lunedì 6 aprile 2009

L'Abruzzo trema

Questa mattina, alle 3.32, una lunga scossa sismica di straordinaria intensità (circa 6 Richter), ha colpito la periferia aquilana, devastando interi paesi e frazioni come Paganica, Tempera, Onna, Castelnuovo, Fossa, e la stessa città dell'Aquila. Una vera e propria tragedia.
Centinaia di morti, migliaia di feriti, diverse decine di migliaia di sfollati.
L'Aquila, il capoluogo di regione, con il passare del tempo si avvia a diventare una città fantasma, con almeno il 50% delle abitazioni lesionato e ad altissimo rischio di crollo (anche perché altre piccole scosse continuano a far tremare la terra circostante).
Chiese, palazzi, monumenti, gran parte del patrimonio storico-artistico di una delle città più belle d'Abruzzo e d'Italia è andato irrimediabilmente compromesso. Con esso è andata persa per sempre anche la torre medicea simbolo di S. Stefano di Sessanio, drammaticamente crollata.
Se questa devastazione, in qualche modo, può/poteva anche essere presa in considerazione (si parla infatti di manufatti di epoche medievali, rinascimentali, sottoposti a violente sollecitazioni in una delle zone a più alto rischio sismico in Italia) come uno degli eventi possibili, quello che non si può assolutamente accettare è che venga giù come una foglia uno stabile costruito intorno agli anni '70, a maggior ragione se adibito a Casa dello Studente. Ed allo stesso modo è inaudito che un Ospedale pubblico, inaugurato ancor più di recente, sia dichiarato inagibile a seguito di numerosi ed ingenti crolli, con conseguente chiusura di diverse sale operatorie.
Il rispetto che nutriamo verso le vittime di questa immane tragedia, nonché verso questa martoriata terra d'Abruzzo, che non smetteremo mai di amare, ci impone l'unica via possibile, almeno in questo momento: quella del silenzio.